Brasile: un’esperienza che non si dimentica
di Michela Piccoli
Nel mese di novembre Michela Piccoli ha rappresentato la Rete Zero Pfas e le Mamme No Pfas al Vertice dei popoli che si è svolto a Belem in Brasile a margine della COP30. Condividiamo il racconto della sua esperienza.
Acqua per la Vita non per la morte
Vertice dei popoli
Brasile che scalda graffia e se da un lato mi dà dato tanta gioia dall’altro mi ha lasciato una profonda consapevolezza, ho compreso più profondamente e toccato dal vivo cosa significa essere dei danneggiati. Madri che come noi lottano per un futuro migliore lavorano per garantire un futuro alle generazioni che verranno.
Il rapporto che hanno con Madre Terra è profondo, viscerale, un prolungamento del loro stesso esistere.
L’acqua elemento insostituibile, l’acqua come alimento di vita che nutre un ecosistema di cui noi siamo parte. Rispetto e cura verso una madre che viene violentata da un sistema capitalistico che guarda al profitto: non possiamo bere il petrolio, non possiamo dare da mangiare ai nostri figli i soldi, noi vogliamo solo che la nostra acqua venga rispettata e curata, l’acqua non è merce che crea profitto per pochi delinquenti senza cuore.

Ho percepito un senso di profonda vergogna nell’essere Europea, abbiamo derubato, distrutto, inquinato, sfruttato e ingannato i nostri fratelli, con un senso di superiorità che ormai non è nemmeno riconosciuto da gran parte delle persone del mondo occidentale, vi è un velo di normalità di indifferenza nel pensare che sono cose lontane da noi dal nostro vivere quotidiano, tutti indaffarati a guardare il nostro piccolo giardino.
Ma le mamme hanno un filo d’oro che le unisce: è l’amore per la vita. Le mamme non hanno
orgoglio o sete di potere non portano targhette sul petto, abbiamo donato la vita a degli altri esseri umani e quando sei parte di un miracolo così grande sai che lo devi proteggere anche a costo della tua stessa vita.
Miniere che inquinano l’acqua con mercurio e arsenico, delinquenti che prendono villaggi e li
spostano in zone senz’acqua e che per portarla a casa le madri devono percorrere chilometri tutti i giorni, il cibo inquinato è veleno che ammala. Diritti negati, diritti rubati.

Non è semplice descrivere quello che ho provato.
Ho visto madri da tutto il mondo, la loro dolcezza il loro sorriso, la loro capacità di trasformare in complicità ed allegria ogni momento della giornata, infondendo un’energia positiva dove la parola “luta” diventa luce, speranza, prendersi cura. Il loro impegno non riguarda solo temi ambientali causati dalle dighe, dalla deforestazione e dai cambiamenti climatici, loro si impegnano per i diritti umani, per la parità di genere e per far emergere la loro voce sui soprusi che ogni giorno le donne vivono. Madri e padri che hanno pagato con la propria vita come Dilma Ferreira e suo marito, Berta Càceres e tanti altri.
Ho ascoltato seminari dove si parlava di come la privazione dell’acqua viene usata per controllare ed uccidere popoli causando malattie e morte. A Gaza questa forma di controllo viene esercitata ogni giorno.

C’è questo desiderio comune di fare rete, di portare avanti insieme questo lavoro, di non arrenderci e di curare il nostro pianeta di inneggiare alla speranza con celebrazioni mistiche dove si fonde il sapere dell’uomo con il sapere viscerale e primordiale di nostra madre terra. Un incontro dove Dio non è religione, dove Dio non è divisione ma è legame ancestrale che ci collega al “tutto” come piccole particelle di uno stesso organismo di cui facciamo parte. Forza unificante, interconnessione di anime che difendono e trovano sostegno le une per le altre.
Da infermiera vedevo in noi gli anticorpi, la linfa, che cerca combattere un male profondo, il
peggiore cancro che ci distrugge: l’indifferenza.
Con il MAB movimento dei danneggiati dalle dighe e dai cambiamenti climatici si vuole costruire un movimento internazionale, dove lavorare insieme e trovare strategie condivise per salvare il pianeta. Solo insieme ed uniti possiamo farcela, solo se guardiamo la terra come un organismo vivente paragonandolo con semplicità all’organismo umano ne comprendiamo il funzionamento e lo stato di salute: i polmoni sono le nostre foreste, i fiumi e gli oceani il nostro sistema circolatorio, il suolo è la pelle, la biodiversità il nostro sistema immunitario, se si ammala uno di questi a cascata più o meno lentamente tutto l’organismo arriva alla morte.
Come mamma italiana sono partita spinta dal desiderio di informare e di mettere in guardia il mondo sulla pericolosità dei PFAS, le multinazionali chimiche che li producono hanno bisogno di acqua per la produzione e scaricano i scarti della lavorazione nei fiumi in aria e nel suolo portando malattie morte. L’azienda chimica Miteni ora fallita che ha inquinato la nostra falda, la seconda più grande d’Europa ha trasferito la produzione nella zona di Lote a 200 km da Mumbai in India, come madri Italiane abbiamo la responsabilità di informare le madri indiane e di metterle in guardia. Ho cercato contatti con giornalisti ed ambientalisti Indiani e spero che il mio lavoro porti a buoni frutti. Ho passato giorni ad informare lasciando volantini e relazioni in in inglese e spagnolo dicevo a tutti: “Ricordatevi questo nome: PFAS, se nel vostro territorio arriva un’azienda chimica non fatevi ingannare, non ascoltate quello che vi dicono non meritano neppure di essere ascoltati. Chiamateci che in questo campo abbiamo un po’ di esperienza e vi aiuteremo”.
Ho portato a casa un campione di acqua dalla scuola dove ci hanno ospitati e l’ho già inviata al laboratorio analisi. Sonia, mamma del MAB di origine italiana con la quale parlo in dialetto veneto attende il risultato. Ringrazio il movimento del MAB ed il Vertice dei Popoli e le loro grandi mamme, i loro insegnamenti ed il loro esempio che resterà indelebile per il resto della mia vita.
Sono nuovamente delusa ed arrabbiata con la COP 30 perché ha dimostrato ancora una volta che il Dio denaro prevale su tutto, ma non su di Noi.

Ringrazio Renato Di Nicola per averci guidato in questa bellissima avventura, per essere stato amico, insegnante ed interprete, grazie a Claudia, filosofa saggia e divertente con cui ho condiviso emozioni ed un stupendo letto a castello, un bacio a Federico che ha un tasta cosi preziosa che solo il cuore la supera, Filippo che con la sua pazienza è un punto di riferimento su cui contare in ogni momento, infine Claudia la nostra super giornalista di Radio Ondarossa grazie a te ho capito molte cose e la tua energia sovrumana inesauribile mi ha lasciata entusiasta .
Grazie Amici vi porto nel cuore.
Michela Piccoli

